Vaccini e test in farmacia, farmacisti non titolari: per affidare ai farmacisti mansioni diverse da quelle previste è necessario sciogliere nodi critici a cominciare dal rinnovo del Ccnl
L'emergenza sanitaria legata al Covid-19 non ha fatto altro che accentuare lo stato di sofferenza e crisi che i farmacisti stanno vivendo da tempo, con uno stipendio fermo ormai da anni. In questo quadro di disagio e difficoltà, si inserisce il dibattito su vaccinazioni antinfluenzali e test sierologici in farmacia: ancora una volta, si parla di prevedere e affidare ai colleghi mansioni diverse da quelle che sono proprie, quando il Contratto nazionale è scaduto da otto anni e sulla trattativa non ci sono certezze. A lanciare la riflessione Francesco Imperadrice, presidente del Sindacato nazionale farmacisti non titolari, Sinasfa che su questi temi ha predisposto un vademecum su cosa non è possibile fare.
«Alle difficoltà, più volte segnalate, di uno stipendio fermo da troppo tempo» spiega Imperadrice «si va ad aggiungere la preoccupazione per i mesi a venire, legata anche all'incertezza del quadro generale, anche da un punto di vista sanitario. Una situazione non facile per i colleghi, che sta creando non pochi disagi». E, tra i nodi che stanno emergendo, c'è anche il dibattito su un eventuale ruolo attivo delle farmacie nelle vaccinazioni antinfluenzali, che sarebbe possibile solo modificando l'attuale normativa, e sul coinvolgimento nei test sierologici per il Covid-19, su cui è aperto un confronto istituzionale: «Si parla, ancora una volta, di affidare nuove competenze al farmacista collaboratore oltre a quelle che già svolge quotidianamente, ma non si vede ancora una riapertura seria del tavolo delle trattative per rinnovare un contratto che ormai scaduto da otto anni. Ricordiamo che già molte delle mansioni che oggi i farmacisti compiono, relative per esempio alla farmacia dei servizi e alla pharmaceutical care, non sono nemmeno previste dall'attuale contratto, siglato nel 2009. Occorre affrontare il rinnovo del contratto e provvedere a un adeguamento economico di quanto già oggi viene effettuato dai farmacisti».
Per altro, «visti i compiti che si chiedono al farmacista collaboratore e considerando che siamo collocati con pieno diritto nelle Professioni Sanitarie sembrerebbe allora più coerente spostare il CCNL delle farmacie private dal comparto "Commercio Turismo e Servizi" a quello della "Sanità"». Ci sono, poi, nello specifico una serie di aspetti da considerare: «Tutti noi desideriamo valorizzare la figura del farmacista, ampliare le nostre conoscenze e le nostre potenzialità, ma sono percorsi che devono essere concordati, decisi e programmati tra Università, Istituzioni, rappresentanti di categoria, sindacati e, a seconda dei casi, anche con i rappresentanti delle altre professioni sanitarie».
Sul tema vaccini, medici e biologi hanno espresso contrarietà: «Siamo fermamente convinti che per proiettare la figura del farmacista in un'ottica di maggior collaborazione e integrazione con le altre Professioni Sanitarie, è quanto mai opportuno avviare un dibattito costruttivo. Ma questo va fatto nel rispetto di quelle che sono le prerogative di ogni professione e delle possibili forme di collaborazione, unicamente nell'interesse dei cittadini che siamo certi auspicherebbero che tutte le componenti del SSN interagissero tra loro creando un modello assistenziale più rapido ed efficace».
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Una riflessione poi va ai test sierologici, sui quali a Bolzano è stata avviata una sperimentazione per lo screening del personale scolastico che ha visto il coinvolgimento delle farmacie «con modalità concordate con la Asl, mentre è in fase di definizione un progetto in Emilia Romagna». In generale, «sono molti gli step mancanti senza i quali non è possibile garantire la sicurezza: tra questi la definizione degli elenchi di test validati dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Comitato Tecnico-Scientifico, delle modalità di svolgimento del test stesso, che garantiscano la tracciabilità di chi lo effettua e la presa in carico da parte delle autorità sanitaria di eventuali soggetti positivi, dei processi di trasmissione dei dati, da concordare con le istituzioni, e di Linee guida condivise». Ma, al di là di questo, «ci preme, tuttavia, ricordare che, a oggi, gli esami di prima istanza consentiti in farmacia sono quelli autodiagnostici. La possibilità di pungersi con un ago infetto esiste sempre e il farmacista non può e non deve avere alcun contatto con il sangue del paziente. L'assistenza può consistere nel mettere il paziente nelle condizioni di effettuare in maniera autonoma l'autoanalisi». In generale, riteniamo che «qualsiasi progetto in questa direzione, richieda una grande attenzione e pianificazione relativa alla tutela e alla sicurezza del lavoratore e del cittadino e di conseguenza richieda concertazione con i dipendenti».
Anche per questo, «a fronte di diverse richieste di chiarimenti e segnalazioni che ci sono arrivate, per sostenere i colleghi, come Sinasfa, abbiamo predisposto un vademecum raccogliendo la normativa, chiarendo cosa non è possibile fare e facendo il punto sul dibattito aperto su test sierologici e vaccini, ma invitiamo anche a porre eventuali dubbi via Pec al proprio Ordine dei Farmacisti».
Data: 24/09/2020